La guerra e’ pace.

[Colonna sonora]

Piu’ di una persona in commenti espressi altrove [1] mi ha attaccato perche’ in questo blog ho usato la parola “rapire” in varie istanze per il caso dei soldati israeliani catturati da Hamas, dimostrando quindi un bias pro-sionista [2]. In una guerra, mi e’ stato fatto notare, soldati o militanti sono catturati, non rapiti. Ho dovuto concordare (e infatti ho editato almeno le occorrenze piu’ recenti) pero’ la discussione mi ha fatto venire in mente il seguente dubbio: ma formalmente, o almeno dal punto di vista di Israele, e’ una guerra o no?

Mi toglie questo dubbio l’Avvocatura dello Stato, che ha respinto una petizione all’Alta Corte di Giustizia che chiedeva allo Stato di dichiarare questa Operazione una Guerra (link). Scopro quindi che la guerra non e’ mai stata dichiarata [3]. Si capisce abbastanza chiaramente dall’articolo che la questione di fondo e’ che se e’ una guerra c’e’ da cacare i denari alle categorie di cittadini (israeliani) che hanno diritto a indennita’ o agevolazioni fiscali per danni causati da una guerra.

Ma come, direte voi (e mi son detto io), ma se abbiamo letto innumerevoli citazioni verbatim da Netanyahu e altri politici che usavano proprio la parola guerra! Ma l’Avvocatura dello Stato risponde anche a questo (anche se in riferimento all’Operazione Piogge Estive del 2006, che pero’ wikipedia non elenca tra le Guerre di Gaza):

“the decision to identify the campaign in 2006 as a ‘war’ was symbolic and ceremonial, and had no budgetary or legal significance.”

(Intanto viene fuori che il rigo finale del mio post precedente era stato troppo frettoloso – a memento del fatto che scrivere di eventi avvenuti negli ultimi minuti non e’ mai una buona idea. La tregua di 72 ore era stata si’ interrotta alla 70esima ora da una salva di razzi, ma sembra che fosse solo un modo per dire, in raffinato linguaggio politico, “concordiamo con la proposta egiziana di un’estensione di 5 giorni dei colloqui ma riteniamo che su alcuni dei punti a cui teniamo non ci sia stata sufficiente convergenza”.)

La risposta ufficiale dell’Avvocatura dello Stato.

Parlando di categorie che hanno danni dalla guerra pure quando non e’ una guerra, sembra (non sorprendentemente) che il settore turistico locale sia stato devastato questa estate. Se siete pro-palestinesi non gioite, perche’ il turismo e’ anche un’importante fonte di entrate per i palestinesi (Betlemme, Gerusalemme Est e Gerico sono i casi piu’ eclatanti). Mentre io ero in Europa a lavorare, mia moglie riceveva la visita di una nostra amica e le faceva fare dei giri nel weekend, e luoghi abitualmente pieni come uova erano tutti a loro disposizione. Tenetelo presente se volete fare le “vacanze intelligenti” prossimamente, con il bonus se siete pro-israeliani o pro-palestinesi [4] di sentirvi orgogliosi di aiutare il recupero dell’economia di chi vi sta piu’ simpatico tra i due.

Nel riportarmi a casa sabato dall’aeroporto, il nostro tassista di fiducia si lagnava dei guadagni perduti durante questa guerra. Non solo il grande deficit di turisti, ma per giunta gli arabi benestanti della citta’, anziche’ saltare di locale in locale in taxi nelle sere di Ramadan (festa lunga un mese durante la quale si digiuna di giorno e si gavazza di notte) se ne stavano a casa per via del clima pesante. (Infatti la sua lagnanza numero due era che durante questa guerra era diventato abituale che gruppi di ebrei ortodossi tirassero sassate al suo taxi nuovo nuovo per esprimere dissenso verso la sua etnia.)

In compenso, i proprietari di case arabi di Gerusalemme Est saranno gli unici inequivocabili vincitori della guerra. Il proprietario della nostra casa infatti prevede che verso novembre iniziera’ la ricostruzione di Gaza, e l’UNWRA e altre agenzie ONU inizieranno a importare esperti stranieri, ai quali pero’ non sara’ permesso risiedere a Gaza e risiederanno quindi a Gerusalemme Est. (Un motivo per la preferenza dell’Est rispetto all’Ovest e’ che lavorare quotidianamente con gli arabi e risiedere in un quartiere ebraico puo’ essere mal visto da entrambi; un altro motivo e’ il gran numero di vandalismi e minacce verbali contro personale ONU e specialmente UNRWA e le loro proprieta’, specialmente durante l’eccitazione collettiva di un tempo di guerra, come stiamo vedendo nel bollettino di sicurezza [5]. Conosciamo pero’ vari funzionari ONU che vivono in quartieri ebraici, o addirittura a Tel Aviv perche’ gli piace la movida.)

Note e digressioni:

[1] Prendo l’occasione per segnalare a tutti quelli che scoprono il mio blog tramite degli “share” su facebook che a me farebbe piu’ piacere se i commenti fossero qui, e creassero quindi un dialogo, anziche’ essere scritti su facebook stesso in risposta a chi ha fatto “share”. (Include anche il caso dei miei auto-share automatici.)

[2] Da quando questo blog ha cominciato a diventare popolare (da quando sono iniziati gli Eventi di Luglio i lettori che provengono dal mio facebook sono stretta minoranza, dicono le statistiche di wordpress) ho ricevuto un certo numero di attacchi frontali (purtroppo quasi mai immortalati qui, vedi nota [1]). A consolarmi e’ il fatto che circa meta’ mi accusano di un bias pro-sionista e l’altra meta’ di un bias pro-palestinese. (E se avessero ragione entrambi?)

[3] Forse perche’ la Striscia di Gaza non e’ uno stato, e ha uno statuto fumoso sia dal punto di vista delle Nazioni Unite – per le quali e’ Territorio Occupato da Israele, in quanto questo ne controlla tutti gli accessi e lo spazio aereo – sia dal punto di vista di Israele, per il quale non e’ parte di Israele (avendola de-occupata nel 2005 nell’interpretazione “boots on the ground” di Occupazione) e certamente non e’ parte della Palestina, visto che insistono sul fatto che la Palestina non esiste.
[Update: leggere i commenti per una discussione su questa nota.]

[4] O entrambi? Perche’ no? Ha creato scalpore questo sondaggio che dimostra che, per esempio, alla maggioranza dei francesi in realta’ non gliene frega un cazzo di nessuno di loro.

[5] Come gia’ scrissi qua, e come verificato in altre conversazioni avvenute da allora, la percezione israeliana e’ che l’ONU sia fortemente anti-israeliana per partito preso. Ma se e’ vera questa notizia, l’ONU ogni tanto fa fare la correzione di bozze delle sue dichiarazioni pubbliche agli israeliani per assicurarsi che nessuno si offenda troppo. (A me la notizia sembra verosimile, dato che tutti i vari statement ufficiali dell’ONU che ho letto finora hanno un bilancio perfetto tra paragrafi in cui si suggeriscono violazioni di diritti umani o crimini di guerra di un lato e dell’altro. Ovviamente, siccome sono noiosissimi, i giornali riportano solo le parti interessanti, dando l’impressione di durissimi j’accuse invece del cauto burocratese che e’.)

10 pensieri su “La guerra e’ pace.

  1. Atlantropa

    Rispetto alla nota [3]:
    1. La striscia di Gaza non è “formalmente parte dell’Egitto”: era territorio occupato dall’Egitto prima del giugno ’67, è territorio occupato da Israele dopo quella data.
    2. Non è mai inutile sottolineare [altrimenti richia di passare l’idea per cui “Israele se n’è andato pacificamente e Hamas s’è messa a sparare razzi”] come per la comunità internazionale Gaza sia ancora territorio occupato ed Israele la potenza occupante anche dopo lo smantellamento degli insediamenti.
    2. Infine c’è un significativo consenso sul fatto che la Palestina esista e sia uno stato, anche se non ha confini definiti — come del resto non li ha Israele, nè li aveva nel ’49.

    PS: il diritto internazionale è molto spinoso; almeno per chi, come il sottoscritto e come suppongo anche lei, è abituato alla matematica ed alla fisica: mentre qui “basta” essere d’accordo su certi concetti di base e certe regole del gioco, dopodichè chiunque è libero di procedere coi suoi “calcoli” ed una dimostrazione ben fatta è “eterna”, lì c’è da fare parecchia ermeneutica, il valore di verità di una data affermazione cambia nel tempo (ad es. il precedente diventa consuetudine), ed i pareri non sono tutti uguali.

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    1. unfisicoagerusalemme Autore articolo

      Ciao, innanzitutto possiamo darci del tu.
      Ti ringrazio tantissimo per la critica sulla nota [3], che ho appena emendato leggermente, cancellando l’errore sull’appartenenza formale all’Egitto (grazie per la correzione), e aggiungendo un paio di parole per rendere piu’ chiaro che “la Palestina non esiste” e “la Striscia e’ stata de-occupata nel 2005” sono il punto di vista ufficiale israeliano, o almeno il punto di vista espresso vocalmente. Che poi a livello diplomatico accettino l’esistenza di ambasciatori (e non delegati) palestinesi, e quindi di fatto le strutture di uno stato e non solo di una “amministrazione semi-autonoma”, puo’ essere preso un altro esempio di double-speak, proprio come l’ambiguita’ se una certa sequenza di eventi sia una guerra o una operazione anti-terrorismo.

      E infine concordo sulla spinosita’ del diritto internazionale. Non e’ la prima volta che cerco di informarmi autonomamente (tramite internet, non ho a disposizione di meglio) e dopo un po’ di letture mi sento piu’ confuso di prima, e felice di aver scelto un mestiere in cui lo spazio per l’opinione e’ invece molto piu’ ristretto.

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    1. unfisicoagerusalemme Autore articolo

      Tra l’altro, ricordo male o il buon Spallanzani apparteneva a una famiglia di origine ebraica recentemente convertita al cattolicesimo?
      Ricordo anche un suo brevissimo racconto in cui il protagonista faceva l’esperienza di un campo di concentramento. Come si chiamava? Ho sempre sospettato che fosse autobiografico.

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